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Quando
nel 1371 ,al sorgere delle prime incomprensioni fra la Repubblica
di Venezia e Padova, circa la definizione dei rispettivi confini
, nacque la necessità, onde evitare conflitti, di un arbitrato,
per parte padovana fu scelto Johanne de Dondi ab horologio ed
in ciò è evidente quanta stima i suoi concittadini ponessero nell'illustre
studioso.
Giovanni
de Dondi doveva la sua fame , oltre che per le sue sconfinate
conoscenze anche ad alcuni trattati fra i quali possiamo ricordare
"DE BALNEIS PATAVINIS", "DE NATURA AERARUM" e ad
alcuni consigli scritti nel "MODUS VIVENDI TEMPORE PESTILENTIALIS"
sul come cercare di prevenire la peste ed infine per il suo celeberrimo
Astrario.
Sarà
opportuno ricordare che anche il padre di Giovanni, Jacopo,
costruì un orologio per la torre cittadina .L'orologio, sicuramente
costruito anteriormente al 1354 doveva essere particolarmente
significativo se la Signoria concesse a Jacopo di fregiare il
suo nome con l'appellativo " ab horologio",appellativo
che passò successivamente anche al figlio Giovanni ,che infatti
quando,presumibilmente nel 1364, portò a termine la costruzione
del suo astrario era già conosciuto come " Magistro Johanne
de roloio", ma questo nulla toglie a meriti del grande padovano
che se non fosse stato per un padre altrettanto capace , avrebbe
meritato lui stesso un così significativo appellativo.
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Anche se i primi orologi meccanici avevano appena
incominciato a fare al loro apparizione, al tempo
in cui viveva Giovanni de Dondi la misurazione dello
scorrere del tempo era affidata alle meridiane e
quindi il solo concepire uno strumento della complessità
come quella dell'astrario deve essere stata una
impresa ciclopica : quale aggettivo ci rimane ora
per definire anche la capacità di realizzarla?
In
cosa Giovanni, nella ideazione del suo astrario
non fu innovativo e forse per questo non completamente
compreso dai suoi contemporanei ?
Egli
per primo introdusse nel disegno la prospettiva,
non certo quella raffinata dei pittori rinascimentali
, ma certamente una che bene lasciava intuire la
profondità dello spazio.
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Quadrante
del PrimoMobile |
Giovanni fu antesignano nel considerare il momento del
passaggio del sole al meridiano, quello al quale
fare riferimento per il computo delle ore; ai suoi
tempi infatti in Italia era d'uso l'ora italica secondo la quale il nuovo giorno iniziava col tramonto
del sole ,un momento variabile col variare delle
stagioni e quindi poco funzionale.Egli
per primo comprese la necessità di dare ai denti delle ruote
dentate, per evitare maggiori attriti durante il loro movimento
, un profilo arrotondato che ricorda quello cicloidale,
una curva che fu scoperta circa due secoli dopo.
Oggi,
costruire una ruota dentata di 365 denti può essere ragionevolmente
semplice se si dispone di un apparecchio divisore che abbia
una piastra con 73 fori, ma certamente, in un laboratorio
artigiano, costruirne una che ne abbia 183 (numero primo)
è senz'altro più complesso ed al primo approccio può sembrare
impresa impossibile.
Giovanni de Dondi nel suo "Tractatus Astrarii" fornisce
dettagliatissime spiegazioni sul come costruire entrambe
le ruote e a quelle spiegazioni , sia detto per inciso,
sono ricorso per costruire la mia ruota dentata avente 183
denti.
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(
A lungo la parte peggiore della mia coscienza mi ha
suggerito di tagliare 182 denti confidando nel fatto
che nessuno mai avrebbe pensato di controllarne il
numero, ma ha avuto il sopravvento lo spirito di Giovanni
che aleggiava sopra di me e mi ha convinto a rispettare
quanto descritto nel suo Tractatus).
Mi sono chiesto più volte cosa mi abbia spinto a costruire
l'astrario di Giovanni de Dondi e l'unica risposta
che ho trovato è il desiderio di capire.
Quando,
per la prima volta nel Museo della scienza e della
Tecnica di Londra ho visto una copia in scala
naturale dell'astrario non riuscivo a comprendere
il significato dei sette quadranti e a poco sono valse
le spiegazione fornite nell'allegata piccola bacheca.
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Disegno di Giovanni de Dondi raffigurante due ruote
dentate sagomate a pera |
Ho
così iniziato una ricerca che mi ha portato all'acquisto,
fra altri libri ,del "Tractatus astarii" dove
ho scoperto un nuovo mondo così immensamente affascinante
. Con le mie inadeguate e modeste parole cercherò,
anche se certo di non riuscire nell'impresa, di farvi
partecipi di questo mondo , sintetizzando in un breve
articolo la descrizione dell'astrario e delle mie
esperienze per costruire la mia copia. |
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