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L'ASTRARIO di Giovanni de Dondi ( # 37)
introduzione





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Quando nel 1371 ,al sorgere delle prime incomprensioni fra la Repubblica di Venezia e Padova, circa la definizione dei rispettivi confini , nacque la necessità, onde evitare conflitti, di un arbitrato, per parte padovana fu scelto Johanne de Dondi ab horologio ed in ciò è evidente quanta stima i suoi concittadini ponessero nell'illustre studioso.

Giovanni de Dondi doveva la sua fame , oltre che per le sue sconfinate conoscenze anche ad alcuni trattati fra i quali possiamo ricordare "DE BALNEIS PATAVINIS", "DE NATURA AERARUM" e ad alcuni consigli scritti nel "MODUS VIVENDI TEMPORE PESTILENTIALIS" sul come cercare di prevenire la peste ed infine per il suo celeberrimo Astrario.

Sarà opportuno ricordare che anche il padre di Giovanni, Jacopo, costruì un orologio per la torre cittadina .L'orologio, sicuramente costruito anteriormente al 1354 doveva essere particolarmente significativo se la Signoria concesse a Jacopo di fregiare il suo nome con l'appellativo " ab horologio",appellativo che passò successivamente anche al figlio Giovanni ,che infatti quando,presumibilmente nel 1364, portò a termine la costruzione del suo astrario era già conosciuto come " Magistro Johanne de roloio", ma questo nulla toglie a meriti del grande padovano che se non fosse stato per un padre altrettanto capace , avrebbe meritato lui stesso un così significativo appellativo.


Anche se i primi orologi meccanici avevano appena incominciato a fare al loro apparizione, al tempo in cui viveva Giovanni de Dondi la misurazione dello scorrere del tempo era affidata alle meridiane e quindi il solo concepire uno strumento della complessità come quella dell'astrario deve essere stata una impresa ciclopica : quale aggettivo ci rimane ora per definire anche la capacità di realizzarla?

In cosa Giovanni, nella ideazione del suo astrario non fu innovativo e forse per questo non completamente compreso dai suoi contemporanei ?

Egli per primo introdusse nel disegno la prospettiva, non certo quella raffinata dei pittori rinascimentali , ma certamente una che bene lasciava intuire la profondità dello spazio.





Quadrante del PrimoMobile

Giovanni fu antesignano nel considerare il momento del passaggio del sole al meridiano, quello al quale fare riferimento per il computo delle ore; ai suoi tempi infatti in Italia era d'uso l'ora italica secondo la quale il nuovo giorno iniziava col tramonto del sole ,un momento variabile col variare delle stagioni e quindi poco funzionale.Egli per primo comprese la necessità di dare ai denti delle ruote dentate, per evitare maggiori attriti durante il loro movimento , un profilo arrotondato che ricorda quello cicloidale, una curva che fu scoperta circa due secoli dopo.

Oggi, costruire una ruota dentata di 365 denti può essere ragionevolmente semplice se si dispone di un apparecchio divisore che abbia una piastra con 73 fori, ma certamente, in un laboratorio artigiano, costruirne una che ne abbia 183 (numero primo) è senz'altro più complesso ed al primo approccio può sembrare impresa impossibile.

Giovanni de Dondi nel suo "Tractatus Astrarii" fornisce dettagliatissime spiegazioni sul come costruire entrambe le ruote e a quelle spiegazioni , sia detto per inciso, sono ricorso per costruire la mia ruota dentata avente 183 denti.

( A lungo la parte peggiore della mia coscienza mi ha suggerito di tagliare 182 denti confidando nel fatto che nessuno mai avrebbe pensato di controllarne il numero, ma ha avuto il sopravvento lo spirito di Giovanni che aleggiava sopra di me e mi ha convinto a rispettare quanto descritto nel suo Tractatus).

Mi sono chiesto più volte cosa mi abbia spinto a costruire l'astrario di Giovanni de Dondi e l'unica risposta che ho trovato è il desiderio di capire.

Quando, per la prima volta nel Museo della scienza e della Tecnica di Londra ho visto una copia in scala naturale dell'astrario non riuscivo a comprendere il significato dei sette quadranti e a poco sono valse le spiegazione fornite nell'allegata piccola bacheca.


Disegno di Giovanni de Dondi raffigurante due ruote dentate sagomate a pera
Ho così iniziato una ricerca che mi ha portato all'acquisto, fra altri libri ,del "Tractatus astarii" dove ho scoperto un nuovo mondo così immensamente affascinante . Con le mie inadeguate e modeste parole cercherò, anche se certo di non riuscire nell'impresa, di farvi partecipi di questo mondo , sintetizzando in un breve articolo la descrizione dell'astrario e delle mie esperienze per costruire la mia copia.

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