L'andare
troppo in profondità in questo argomento comporterebbe
solo la defezione di anche quello sparuto gruppo di stoici che
hanno avuto la pazienza e la costanza di seguirmi in questo percorso,
per cui accenniamo solo ad alcuni concetti principali .
La modifica delle condizioni del fluido in cui si muove
il pendolo può generare una variazione del suo angolo di
oscillazione con tutte le conseguenze che ormai abbiamo imparato
a conoscere.
Molteplici sono gli effetti delle mutate condizioni dell'aria,
sintetizziamo, sul pendolo.
Innanzi tutto esso è soggetto ad un cambiamento del
suo peso per la variata densità del fluido entro il
quale è sospeso .
Inoltre diverso è l'attrito che si genera tra la
superficie del pendolo ed il fluido circostante.
Infine diversa è la resistenza opposta dal fluido
che si trova davanti al pendolo durante l'oscillazione(senza non
voler dimenticare le turbolenze che occorrono dietro di
esso...)
Appare ora evidente che la griglia proposta da J. Harrison , se
pur efficace per quanto riguarda la compensazione termometrica,
tende, a causa delle sue forme e delle grandi superfici che le
caratterizzano , ad esaltare gli errori derivanti dalla variazione
della pressione atmosferica.
In vena di virtuosismi meccanici e nel tentativo di contrastare
l'errore barometrico ,qualche maestro orologiaio ha aggiunto lungo
l'asta dei suoi pendoli regolatori un congegno ( in buona sostanza
un barometro) atto allo scopo . Peraltro, i risultati in questa
battaglia si sono ottenuti quando si sono utilizzate delle campane
sotto vuoto ove far operare gli orologi .
In mancanza di una tecnologia così "sofisticata"
anche l'attenzione alla forma della lente del pendolo è
stata di qualche soddisfazione. Quale forma? Dopo l' interessante....no!
non noiosa ... divagazione della nota successiva cercheremo di
stabilirla.
Vi tengo sotto controllo!! ...Non
saltate gli appunti sulla teoria n°
9
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