Nel
1848 il francese Callaud presentò alla Esposizione
Universale di Parigi un ingegnoso tentativo consistente
in un doppio pendolo. Il principio di funzionamento
dovrebbe essere ( se anch'io ho ben capito)
questo : quando viene impartito il primo impulso al pendolo
grande ( che costituisce anche il telaio sul quale è
sospeso il pendolo piccolo ), entrambi incominciano ad oscillare,
il piccolo disordinatamente, fino a quando , dopo un certo
periodo di tempo, essi appaiono muoversi all'unisono.
Non essendo i due pendoli solidali , anche il piccolo tenderà
autonomamente a riportarsi verso il proprio PdR e quindi:
a)
esercita una forza contraria al moto del pendolo principale
quando questo si allontana dal proprio PdR e ne limita quindi
l'ampiezza di oscillazione con gli impliciti benefici effetti
sull'EC
b) esercita una forza supplementare sul pendolo grande
quando esso tende verso il proprio PdR aumentandone così
l'accelerazione con ulteriori benefici effetti sull'EC.
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Riesco
solo ad immaginare le difficoltà ,da parte di chi si è
cimentato in questa realizzazione ,per dimensionare perfettamente
il pendolo piccolo rispetto a quello grande affinché tutti
i parametri concordino perfettamente.
I
problemi di dimensionamento sono anche alla base della
scarsa diffusione di un tentativo del 1952, quello dello
scienziato russo Mikhailovich Fedchenco.
Egli volse la sua attenzione e ne ideò una provvista
di tre lamine d'acciaio, quella principale, centrale,
più grande e più lunga rispetto alle due
secondarie più sottili e più corte.
Durante l'oscillazione, quando la lamina principale si
flette, quelle più corte sono obbligate ad una
curvatura maggiore ed immagazzinano energia che restituiscono
quando il pendolo torna verso il PdR ( apportando un supplemento
di accelerazione e quindi contenendo l'EC). La
sospensione applicata da Mikhailovich Fedchenco
al suo orologio astronomico AChF 1 garantiva il quasi
perfetto isocronismo (anche grazie alla qualità
dell'acciaio impiegato) per angoli di oscillazione compresi
tra i 40' e 2°30'; più che nei limiti, considerando
che detto angolo per il suo orologio era di circa 1°
40'.
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Riporto anche un tentativo del 1994, ultimo tra quelli che
io ricordi , proposto da due studiosi americani Dallas
Cain e Pierre Beucheron ; ovviamente la loro
sfida , al tempo degli orologi atomici, ha assunto puramente
un valore di esercizio intellettuale.
Come si vede dalla figura , il pendolo concepito dai due
scienziati è costituito da un pendolo principale
più grande che è collegato ad un pendolo di
dimensioni più ridotte.
A coloro i quali hanno avuto la pazienza di seguirmi fino
a questo punto apparirà chiara l'azione del pendolo
piccolo nei confronti di quello grande
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Più
di 300 anni di battaglie non sono stati sufficienti per debellare
definitivamente l'errore circolare ! La magra soddisfazione
di poter disporre ai nostri giorni dell'ora esattissima (!) fornitaci
da un orologio atomico mi fa semplicemente rammentare Fedro che
dell'uva fa dire alla volpe: "... nondum matura est!"
Per
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