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Appunti sulla teoria e sulla pratica ( # 40 )
sulla regola del fiammifero


Un orologio a pendolo potrebbe funzionare anche se non è perfettamente in "battuta".

Per battuta si intende il rumore sprigionato dal dente della ruota dello scappamento che cade sulla paletta.

Per un usuale pendolo, se le cose sono tutte in ordine, detto contatto dovrebbe avvenire ad intervalli regolari, ovvero la durata del tempo fra un tic ed un tac deve essere eguale a quella dello stesso tac ed il successivo tic.

Detto un pò più tecnicamente l'arco supplementare sarà eguale sia per la paletta di entrata che per quella di uscita ...ed il pendolo sarà perfettamente in battuta.

 

 


Divagazione

Per il momento non abbiamo mai parlato dei dettagli di uno scappamento.
Peraltro penso che sia chiaro a tutti cosa si intenda per paletta di entrata e quella di uscita.
Durante la rotazione della ruota dello scappamento, un suo dente incontra prima la paletta di entrata e, dopo aver percorso la distanza abbracciata dalle due palette dell'ancora, si appoggerà poi sull'altra paletta, quella di uscita.

Se come abbiamo detto, l'orologio potrebbe funzionare anche se il suo pendolo non è perfettamente in battuta, noiosissima risulterà all'orecchio di noi appassionati l'evidenza di questa irregolarità di marcia..
Bisogna provvedere!

Se l'orologio è appeso ad una parete, potremmo inclinarlo di un piccolo angolo fintanto che la regolarità di marcia è ripristinata. E se l'orologio è uno da tavolo con un piccolo spessore da una parte o dall'altra potremmo raggiungere lo stesso scopo.....

ma sarà stato il nostro un intervento "professionale"? ...certamente no!

Per sanare l'inconveniente bisogna correggere la posizione del pendolo rispetto all'ancoretta : detta in poche parole, bisogna spostare la forchetta da una parte o dall'altra....., si!... ma da che parte?
Ci viene in soccorso la regola del fiammifero .

Per mettere in battuta il pendolo di un orologio, supponiamo di alzarlo da una parte mettendoci sotto un fiammifero. Ebbene! La forchetta andrà spostata verso la stessa parte di un angolo eguale a quello che era stato necessario per fare funzionare correttamente il nostro orologio.

Se l'oggetto delle nostre attenzioni è uno appeso ad una parete, dopo averlo inclinato dalla corretta parte per ripristinate il regolare tic-tac, non ci riuscirà difficile immaginare un fiammifero che tiene inclinato l'orologio ....e verso quella parte piegheremo la forchetta.

Solo negli orologi più vecchi la forchetta è solidamente collegata all'asse dell'ancoretta, ed in questo caso bisognerà piegarla proprio fisicamente .Non è insolito, infatti, in questi casi vedere come la forchetta dopo tanti tentativi per riportare in battuta il pendolo abbia assunto la forma di un serpentello...

Più comunemente è prevista la possibilità di variare la posizione della forchetta rispetto all'ancoretta tramite una frizione collocata nel punto di unione tra la forchetta stessa e l'asse dell'ancoretta o, in orologi più ricercati ,tramite più sofisticati sistemi che consentono una regolazione infinitesimale.

La prossima volta parliamo degli orologi giapponesi.....calma! non roba al quarzo!!!




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