Per
garantire una adeguata durata del funzionamento
dell'orologio , il barilleto era provvisto di una lunghissima
molla di carica: io, che mi sono occupato della costruzione del
movimento , ho dovuto inserirne una della lunghezza di circa
9 metri.
La
ruota grande compiva un giro in due ore : essa dava il moto, attraverso
una serie di ingranaggi, ad un disco con dieci lati che, a sua
volta, trascinava una catena composta da 12 cartigli su ciascuno
dei quali era traforata una delle 12 cifre usuali di un normale
orologio.
Nell'arco
di tempo di una ora, un cartiglio ( visibile attraverso
una finestrella praticata su un disco solidale con il disco con
10 lati) si muoveva dall'estrema sinistra della finestra semicircolare
passando sotto i vari "quarti" ( I,II e III) e rendendo
così possibile la lettura dell'ora e dei minuti.
Una volta che il cartiglio raggiungeva l'estremità di destra
e quindi terminava quella determinata ora, esso scompariva e lasciava
il posto alla lettura dell'ora successiva sul nuovo cartiglio
che compariva a sinistra.
Spero,
con queste mie poche parole di essere stato capace di spiegare
quel susseguirsi di eventi che in apparenza sembrano essere molto
complicati ma che in verità sono molto semplici nella loro
ingegnosità.
La
costruzione del movimento è stata alquanto laboriosa e
difficile in quanto non ci sono delle convenzionali platine dove
i fori per i pivot degli assi vengono creati accoppiando le platine
stesse e soprattutto perché mancando disegni costruttivi
o di riferimento ciascun componente doveva essere pensato immaginando
quello con il quale esso avrebbe dovuto interagire. |